Iniziamo il lavoro, primo step del percorso è distinguere tra gioco e lavoro, il primo ha caratteristiche sporadiche, non ripetitive, casuali mentre il secondo è metodico, quotidiano e ripetitivo. Abbiamo iniziato intorno a casa per poi andare, per la prima volta, in un posto diverso, a fare un'altra cosa. Accompagnato da Matteo.

 Il lavoro implica il rapporto con gli altri sotto una forma diversa, non si fanno le cose per essere guardati ma per raggiungere, insieme, un obiettivo, insieme si lavora, ci si riposa, si mangia. Allo stesso modo nessuno applaude, nessuno fa "il furbo" e se serve ci si deve prendere un rimprovero senza lamentarsi troppo.

Sono tanti compiti, complessi, tutti assieme ma qui ci viene in aiuto l'anima contadina che guarda poco per il sottile ma non apre mai bocca a sproposito: un cicchetto è fatto senza cattiveria, magari a voce sostenuta ma senza cattiveria, mai, un contadino vero guarda il suo campo e sa che dovrà portare a termine il lavoro, fine delle trasmissioni. Un mondo semplice dove una mente semplice, anche se difficile da leggere, può trovare stimoli più adatti al suo livello di comprensione: poche informazioni, molto chiare, senza inutili enfasi. Poi, finito il lavoro, si fa la battuta, si scherza e si mangia pane e pecorino, si fanno i complimenti e ci si prende anche in giro, tutto fa squadra, Lollo è parte della squadra.

 E non si ha paura se ci si sporcano le mani o i vestiti.